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Autore Bin Jip - FERRO 3 (La casa vuota)
Lunatika

Reg.: 14 Gen 2003
Messaggi: 3310
Da: roma (RM)
Inviato: 25-12-2005 16:49  
Bah, non so ke kosa c troviate da ridere.





STRONZI!

:facciadsandrixdasoggettone:
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.:Dalla terra germoglia una lucciola:.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 25-12-2005 16:54  

(la mitica emoticon da soggettone! Che Luna per altro sfoderò al College facendo ridere tutta la clientela...)
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Jeriko

Reg.: 04 Dic 2003
Messaggi: 224
Da: Legnano (MI)
Inviato: 28-01-2006 14:43  
stupenda pellicola di rara bellezza che mi ha ricordato in parte Dolls di Kitano.

Tra tutte le cose scritte in questo topic, quella con la quale sono meno daccordo è che il cinema non debba avere (o subire) contaminazioni; ben vengano invece nuove forme di fare cinema...
_________________
per scambi in dvd: http://www.listadvd.tk

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 28-01-2006 17:25  
Ferro 3 è un esempio di perfetta fusione tra fotografia e pittura, poesia e filosofia.La ricercatezza del particolare filmato e la giusta apposizione di colore dà vita ad un tripudio percettivo ,che ti afferra i sensi ancor prima dell'occhio.Inutili, perciò,dei dialoghi che risulterebbero vani anacoluti e sperperi pleonastici.La storia è tutta nel frammento di una icona che è bellezza sfuggente ed impalpabile,lontana da bassezze sentimentali e gabbie materiali.E' l'icona di amore estetico,talmente assoluto da abbattere le spoglie visibili.Un film che,sicuramente,si adatta a chi ha occhi vicini al cuore e che,a parer mio,rappresenta a tutt'oggi la più bella prova filmica di Kim Ki-Duck,il quale mi aveva già piacevolmente stordita con "Primavera,estate, autunno,inverno...e ancora primavera".

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 08-02-2006 18:12  
quote:
In data 2005-05-01 11:47, Petrus scrive:
Sostengo, volando molto più basso e molto più semplicemente, che proprio per il fatto di costruirsi come semplice e pura metafora, strutturalmente e visivamente, rende Ferro 3 in un certo senso "povero" a livello di messa in scena e phatos cinematografico.




concordo
se ho capito che vuoi dire
_________________
http://trifo.blogspot.com

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Schizo

Reg.: 16 Ott 2001
Messaggi: 1264
Da: Aosta (AO)
Inviato: 11-02-2006 16:50  
Non concordo sul pathos.
Il film è talmente ricco in pathos da non avere bisogno di dialoghi.
Colpisce dritto al cuore, come una pallina da golf lanciata con precisione (dopo tanto allenamento).
Kim non è distante dal film, è dentro il film, immerso fino al collo...
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femmenikit

Reg.: 19 Ott 2006
Messaggi: 1
Da: milano (MI)
Inviato: 19-10-2006 19:14  
Ciao a tutti!
Ho voluto aprire un topic sul film Ferro 3 (mi spiace se sia già stato aperto ma non l'ho trovato), perchè da quando ho visto questo film è diventato uno dei miei film preferiti. L'ho trovato veramente bello, poetico e ben fatto. Da quel giorno ho visto anche tutti gli altri film di Kim Ki-duk (tranne l'ultimo) e li ho trovati veramente stupendi..
Volevo conoscere inoltre pareri a proposito di questo film!


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 19-10-2006 19:21  
tanto tempo fa scrissi questo:

Una mazza da golf un po’ diversa dalle altre, qualcosa di speciale che non riesce a trovare il suo contesto. Riempire le case vuote (e le esistenze vuote) con la propria solitudine.
Ki-Duk Kim (Primavera, Estate, Autunno, Inverno e ancora Primavera) riesce a creare ancora un film davvero straordinario, reggendolo sui silenzi, sulle cose non dette, sulle emozioni appena accennate, sulle immagini dai colori accesi (bellissima fotografia) che hanno l’impatto visivo di quadri che emanano calore. Rosso, rosso fuoco, calore. La sorpresa maggiore è che passi 90 minuti a bocca aperta, senza mai uno sbadiglio, senza mai una caduta di tensione.
Qualcuno ha scomodato Antonioni ma, nonostante una palese citazione di Blow Up , (quando il protagonista si trova chiuso in cella con altri compagni, mima una partita di golf invisibile con rissa finale per una pallina che non c’è, che richiama il finale di Blow Up con partita a tennis mimata e dubbio amletico se raccogliere una palla da tennis che non esiste) c’è una distanza abissale tra i due autori. Pur partendo da basi comuni (l’irrapresentabilità della realtà, l’uso narrativo dell’immagine, i silenzi e le pause come motivo dominante) i due autori divergono proprio nel tono e nelle conclusioni. Tanto comunicativo e passionale il coreano, rosso sangue quanto freddo e algido il ferrarese, al limite del nichilismo. Tanto leggero il primo (la bilancia segna 0, l’amore vince la forza di gravità), tanto pesante il secondo, schiacciato come Sisifo da un peso insostenibile, quello di esistere. Il protagonista di Ki-Duk Kim mostra una catarsi interiore e un lento aprirsi della sua monade al prossimo proprio nel momento in cui interviene nella realtà per modificarla. Non si perde in elucubrazioni cerebrali o cinici esercizi di stile. Non si arrende all’incomunicabilità tra gli esseri umani ma la aggira con la solidarietà e la pietas (stupendo l’impacchettamento del morto, solo chi rispetta i morti ha rispetto per la vita). La forza di Ki-Duk Kim sta nella lezione di volo (fantastica la sequenza delle prove di fuga in cella): per imparare a volare bisogna imparare ad essere come morto, imparare a rendersi invisibile e guardare tutto di nascosto, come se fosse la prima volta, con gli occhi di un bambino che continua a giocare a nascondino. L’amore è anche questo convivere con l’assenza, colpire per finta una palla da golf come se fosse l’ultima volta. L’amore ha questa consistenza di sogno, dove tutto è possibile, anche quello che non lo è. Voltati, è proprio lì dietro le tue spalle…

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True love waits...

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 20-10-2006 09:35  
Schizo story.
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[ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ]

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 20-10-2006 09:37  
In effetti sembra la mia storia....
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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 20-10-2006 10:09  
Ma tu...ahinoi, parli...
Comunque mi riferivo al fatto che la tua recenzion è presente 2 volte in 2pagine, vogliamo sangue fresco di schizzo...per esempio, secondo Petrus Ferro3 non è "cinema", ma tendenza modaiola.
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[ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ]

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 20-10-2006 10:11  
Petrus su Ferro 3 è un critico pregiudiziale.
Ossia quando non la pensate come Schizo siete tutti critici pregiudiziali.

Cazzo ho la vocazione sadomaso
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 20-10-2006 10:13  
PS il commento compare due volte perchè sono stati uniti due post differenti.
Dovete aspettare Schizoter per il terzo identico commento su Ferro3
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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 28-06-2008 16:17  
APPUNTI (SCARSI E SCARNI ) PER UN DISCORSO AMOROSO



Words don't come ( easy )

al cospetto specchiato di un opera particolare, o che almeno lo è per me, poco abituato a esplorare i terreni del Cinema extraeuropeo..

Non è un caso se in effetti siamo davanti a un film che rinuncia in gran parte (nelle persone dei due protagonisti ) all'espressione verbale per affidare tutto alla sfera del linguaggio visivo, e oltre, a quello della metafora, intesa in senso ampio come una figura che si basa sull'analogia, di vario tipo, tra gli elementi.

Detto così, il tutto sembrerebbe un polpettone insopportabile, ma non dimentichiamo che se, come sanno fare solo i geni, il discorso riflessivo si riveste di vera, autentica Poesia, il gioco è fatto. E questo è uno di quei casi;fra simbolismi e allegorie varie, ogni singola inquadratura dice quello che deve dire perfettamente senza nessun tipo di superfluo, e con una leggerezza, che le parole non possono restituire.

La storia è quella di un amore (profano ) certo consueto, ma che si caratterizza e pone come (auto) esclusivo rispetto al mondo circostante,dotato di parola, mentre i due protagonisti non lo sono, non perchè muti, ma perchè scelgono l'afasia come "mondo della sicurezza " in cui rifugiarsi per esprimere la loro poesia di gestualità amorosa, spesso nemmeno troppo sottolineata, laddove per circoscrivere il Mito di cui qui si parla molto spesso basta solo uno sguardo.

In verità credo di poter dire che quello che sottostà a questa operazione sia anche piuttosto variegato, nel senso che è innegabile e ravvisabile benissimo un tentativo di riflessione sulla comunicabilità (dei sentimenti o tout- court ) nel mondo postmoderno dei telefonini e dei videocitofonini, ma ciò che è fondamentale comprendere di questa trascendenza miorilassante anche etichettabile come film. è il trattamento assolutamente dirompente e perentorio che viene fatto della mitografia amorosa; lo so, sono fissato, io vedo miti ovunque e comunque, ma in questo caso non ho potuto non farmi "travolgere" dalla mia stessa idea ermeneutica.

L'atteggiamento dei protagonisti non soltanto deriva da uno psicologismo di maniera( il mondo fa paura , e noi facciamo i ribelli, quelli senza regole ) ma vuole proprio contenere in sè i germi di una riflessione sul fatto che ormai l'Amore , perchè risponda a tutti i requisiti che lo definiscono tale e che sono stati codificati dalla tradizione (e qui il mio ragionamento ha un buco bello grosso ) possa essere rappresentato solo nei termini dell'eccezionalità, della bizzarria, dell'isolazionismo alienato e alienante (due termini da non intendersi in accezione per forza negativa ) a favore, il tutto, di un incomprensibilità (dal Mondo all'Individuo ) che rovesciata, si trasforma (forse?) in Conoscenza Completa e Ricerca (fruttuosa ) della Felicità (dall'Individuo al Mondo ).
Forse questo, o forse il fatto che in ultimo il Viaggio è impossibile iniziarlo perchè si svolge o dovrebbe svolgere nel mondo fittizio di un Mito ricodificato inter (duas) personas.mentre la Realtà fenomenica parla un altra lingua, ben più incomprensibile della "grammatica del silenzio "

Perdonate il tono da cineblog, ma pur avendo poco tempo non potevo esimermi dal riflettere, su questo film, anche se al di fuori di qualsiasi considerazione meramente cinematografica, che magari farò più avanti, spinto peraltro dall'assoluta perfezione stilistica di quest'opera.

Chiedo scusa per l'insipienza....


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Silencio...

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2656
Da: Milano (MI)
Inviato: 28-06-2008 16:49  
Anche volendo dare per buone le opinioni di Petrus, non si capisce comunque perchè un cinema che sacrifica la narratività di stampo classico sia automaticamente un cinema "più povero ".

E qui mi dispiace arrivare dopo Vietcong l'arrogantone che secondo me ha, in una sol frase, centrato il punto del discorso. Questo film è infatti l'esempio concreto più lampante della mia (bislacca ? ) teoria che vede fra i tanti padri del Cinema, soprattutto e prepontemente l'arte poetica genericamente intesa.

Finalmente una messa in scena che non cerca di assomigliare ad altro (vedi la Hollywood ormai stilisticamente "novel- oriented " ) ma che trova una sua essenza in un altro linguaggio, del quale però si appropria e adegua alle esigenze del visivo.

Poi, tante altre ragioni per amare questo film, non so quanto fondate ma non importa.
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Silencio...

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